L'approcio progettuale adottato per il conconcorso di
tre piazze pubbliche a Reggio Emilia ha condotto allo
sviluppo di un metodo da applicare alle diverse aree di
intervento: Il metodo ( definizione di nodi - tessuto
attivo - percorsi ) si applica secondo la regola del frattale
che vede ripetersi la stessa struttura a scale diverse
come in una scatola cinese: Gli spazi di progetto vengono
letti e reinterpretati attraverso l'applicazione del metodo
stesso. L'atteggiamento progettuale si sforza di mantenere
coerenza formale e unità d'intenti: nel riconoscimento
delle lacune strutturali, ognuno dei tre luoghi subisce
un intervento mirato a ristabilire un equlibrio fra nodi-tessuto
attivo-percorsi.
PIAZZA PRAMPOLINI
All'interno della città, la piazza vede già consolidata
la sua funzione di nodo urbano all'interno del tessuto
attivo; l'intervento conferma la sua natura e la sua scala
di 'interno urbano-puntuale'. Per sviluppare la funzione
di 'salotto della città, viene aumentata percettivamente
l'aspettativa verso la piazza dotando il sistema degli
ingressi di sentieri di luce che ricuciono l'area al suo
intorno immediato. L'asse esistente è rafforzato dall'orientamento
delle panchine: l'area del transito descrive quella della
sosta, una piastra attrezzata in modo versatile da una
serie di strutture verticali estensibili, attrezzabili
e illuminanti.
PIAZZA MARTIRI DEL 7 LUGLIO
L'intervento mira alla creazione, nelle tre piazze, di
un tessuto attivo, ristabilendo una gerarchia tra gli
spazi, mettendoli in connessione e permettendo una leggibilità
delle piazze come un'unica entità sia in senso longitudinale
che trasversale. Si intende conferire riconoscibilità
e identità al luogo armonizzandone l'aspetto scenico con
un unico gesto progettuale. Il linguaggio è quello teatrale.
Un sistema di pali regge diverse funzioni e unifica le
aree. E' teatrale anche la possibilità di connotarli di
volta in volta in maniera diversa, di renderli a seconda
delle esigenze, luci, elementi verdi, fontane.
PIAZZA MORANDI
La proposta intende rispondere all'esigenza di connessione
e riorganizzazione dell'area creando un percorso di stimolo
alla nascita di un tessuto attivo: oltre il collegamento
tra i poli nasce, a macchia d'olio, in maniera 'naturale',
un'area vitale che si presenta con caratteristiche tali
da diventare col tempo una zona con capacità attrattiva
autonoma, in cui stare oltre che da attraversare. Ai percorsi
ciclabile e carrabile già esistenti si affianca una serie
di percorsi pedonali dall'andamento ramificato che, senza
prescrivere direzioni obbligate, ma anzi lasciando ampio
margine di libertà si scelta sui tragitti a chi li attraversa,
recepiscono la natura di aree della città tutte ancora
da definire. Aree vaghe, "terraine vague".