Parlare di demolizione oggi
provoca sentimenti contrastanti. L'opinione pubblica è d'accordo
a demolire gli ecomostri che rovinano il paesaggio ma quando
si tratta di ambiente urbano non si riesce ad immaginare
forme alternative d'insediamento che garantiscano un miglioramento
rispetto all'esistente. Ci sembra allora importante, più
che dare altri modelli d'insediamento futuro, trasmettere
il messaggio che la demolizione è un momento indispensabile
del processo rigenerativo della città che, da quando è nata,
non ha mai cessato di sovrapporre manufatti e segni in un
continuo processo di sedimentazione. Nell'era della comunicazione
l'immagine è il più potente veicolo d'informazione e quindi
abbiamo pensato di concentrare la nostra ricerca sull'immagine
della città, sul suo volto che, tradotto in termini architettonici,
è rappresentato dai suoi prospetti sullo spazio pubblico.
La demolizione dell'immagine della città può dunque aiutare
il pubblico ad immaginare lo scenario urbano che più lo
identifica, per re-innescare il processo di sedimentazione
che da alcuni decenni si è interrotto a vantaggio del consumo
indiscriminato di suolo della moderna espansione urbana
orizzontale. Il progetto prevede di scegliere alcuni prospetti
urbani di Firenze, di diverso genere ma omogenei, Via Masaccio,
Via di Novoli, Via Aretina, Borgo San Jacopo ed è stato
chiesto al pubblico di coprire tali immagini con delle facciate
di architetture contemporanee ritagliate dal loro contesto
e sovrapposte a quelle esistenti alla stessa scala. Il nuovo
volto della strada è quindi un puzzle di immagini urbane
decontestualizzate che prefigura un ambiente in mutamento,
dove il presente ed un possibile futuro possono comunicare
e confrontarsi direttamente. (ridotto)