Il progetto cerca di innescare rapporti urbani graduali inserendosi nel paesaggio circostante con discrezione sfruttando il declivio per ridurre al minimo l'impatto visivo del nuovo edificio. Il passaggio tra il prato a monte e la zona costruita a valle viene accompagnato dal prolungamento del pendio nell'area di progetto e dalla gradualità di diversi materiali: il tetto ricoperto di vegetazione in continuità con l'orografia del terreno, il legno a vista dei due piani superiori del convitto ed il piano terreno più minerale.
Vengono così definiti due spazi aperti con vocazioni diverse: la nuova piazza urbana e la corte. La corte pur aprendosi a monte verso il paesaggio è protetta dall'esterno per garantire la necessaria riservatezza al convitto. Occasionalmente può essere utilizzata per dimostrazioni sportive o conferenze all'aperto grazie ad una gradonata lungo il pendio. La piazza, centro del futuro quartiere, funziona come luogo d'incontro e polo da cui partono tutti i percorsi, quelli pedonali, verso gli accessi principali dell'edificio e verso il complesso scolastico "Claudia de' Medici", e quelli veicolari, verso il parcheggio da una parte e verso la cucina della mensa dall'altra.